Si prega
di non
bussare

D. dice che questa volta tocca usare la forma riflessiva. 

Perché alla fine, presi da quel vortice che si genera nella ciclicità degli eventi, ci dimentichiamo che risalire, invertendo la direzione, è possibile e che farsi risucchiare è solo una delle alternative, l’altra è volersi giusto quel pochino di bene, per smettere di pensare che le cose, magicamente, possano cambiare.

Perché l’attesa è fatta di sale bianche, poltroncine rosse e riviste di gossip, quelle che ti aiutano a dimenticare che c’è qualcosa che non funziona, per intenderci e mentre aspetti il tuo turno, senza alzare mai troppo la voce, cedendo il posto a chi ti dice che ha un’urgenza, che è sempre più urgenza della tua, rassicurando le ansie di quelli che ti stanno seduti accanto, ti rendi conto che s’e fatta quasi sera e che dovrai pensarci domani. 

Dovrai pensarti domani. 

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